Allevamento della Leggenda
del Castello di Monte Acuto
Il nostro impegno è selezionare anche caratterialmente



Il bisogno ancestrale di stringere un sodalizio con il più antico amico dell'uomo
“Un compagno di vita molto speciale”
Se è vero che il termine canicola è connesso etimologicamente con i Greci e con Sirio, io lo prendo alla lettera: quando infatti ne ho fin sopra ai capelli del lavoro intellettuale, quando non ne posso più di dire cose intelligenti e di comportarmi come si deve, quando alla vista di una macchina da scrivere sono còlto da una nausea irresistibile, sintomi questi che di solito compaiono verso la fine dell'anno accademico, io divento un cane tra i cani, o meglio un animale tra gli animali. Allora mi ritiro dal consorzio umano e vado in cerca delle bestie, per il semplice fatto che non conosco forse nessuna persona che sia spiritualmente abbastanza pigra per farmi compagnia quando sono in questo stato d'animo. Io ho il dono inestimabile di poter completamente arrestare i miei processi mentali superiori mantenendomi in uno stato di perfetto benessere, e questa è la imprescindibile premessa per potersi sentire così bene come le cinquecento scrofe di Goethe, divenute proverbiali.


Quando in una calda giornata estiva io faccio una nuotata nel Danubio e poi, simile ad un coccodrillo nel fango, mi stendo sulle verdi rive di un ramo secondario, quasi fiabesco nella sua realtà, del grande fiume, in un paesaggio primordiale in cui manca il minimo richiamo alla civiltà umana, a volte riesco a operare quel miracolo cui tendono come una meta suprema i più grandi saggi dell'Oriente: senza che mi addormenti, il mio pensiero si dissolve nella natura circostante, il tempo si arresta e non significa più nulla, e quando il sole che tramonta e la frescura serale mi invitano a rincasare, non so più se sono passati dei secondi o degli anni. Questo animalesco nirvana costituisce il migliore contrappeso al lavoro intellettuale, ed è un vero balsamo per le molte piaghe che, nella sua corsa affannosa, l'uomo moderno porta nell'anima. Questo salutare ritorno al paradiso preumano mi riesce facile soprattutto in compagnia di una creatura che ne è ancora legittimamente partecipe, cioè un cane.
Konrad Lorenz
Il "mio" Pastore del Caucaso
Le parole del grande studioso Konrad Lorenz, premio Nobel per la medicina e la fisiologia, fondatore della moderna Etologia Scientifica ed autore di molte opere sul comportamento degli animali, descrivono a mio avviso in modo perfetto uno dei tanti perché alla scelta di legare e condividere la propria vita con quella di un cane.
Infatti è esattamente ciò che io provo quando trascorro del tempo con il “mio” Pastore del Caucaso.

In foto un mio cucciolo, Orso della Leggenda del Castello di Monte Acuto, inserito nella Famiglia di Carlo Marini e della nota e brava Barbara Chiappini.

Barbetta della Leggenda del Castello di Monte Acuto nel corso delle Prove Caratteriali di Vasto (CH) per Pastori del Caucaso e Asia Centrale, condotte dal noto figurante Ivan Farinazzo, esperto e specializzato nella razza Pastore del Caucaso. Lo scopo è quello di valutare in maniera oggettiva i vari soggetti presenti senza mai doverli istigare all’aggressività e senza creare situazioni di stress che porterebbero il cane a manifestare aggressività da paura. La valutazione si svolge con il conduttore che lascia libero il cane in un’area recintata, il figurante non si avvicinerà a zig zag con fare insicuro per non “falsare” la prova e non utilizza quegli artifizi che farebbero risultare dei “leoni” anche soggetti deboli. Lo scopo è quello di creare con i partecipanti un quadro realistico per mettere in luce i vari aspetti caratteriali del soggetto.
Da un grande cucciolo
derivano grandi responsabilità.
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