Un grande attaccamento e fiducia nell'uomo
Il compagno perfetto


Tra le caratteristiche che rendono se non unica molto particolare questa razza vanno annoverate al primo posto senz’altro quelle caratteriali. L’attuale Standard di razza della Fédération Cynologique Internationale, definisce il Cane da Pastore del Caucaso, per quanto riguarda la sua “utilizzazione”, un “cane da guardia e vigilanza”.
Sempre lo Standard precisa, tra le altre caratteristiche, relativamente al “Comportamento-Carattere” che “è un eccellente cane da guardia”.
Ancora più preciso il precedente Standard, in vigore fino al 2 marzo 2011, che indicava l’utilizzo come “Cane da Pastore, da guardia e da difesa” e che, descrivendo il carattere che un Pastore del Caucaso tipico dovrebbe avere, recita: “Comportamento/carattere: cane di elevata reattività, forte – equilibrato – calmo. Le reazioni di difesa che si manifestano in modo attivo sono molto sviluppate. L’aggressività e la diffidenza verso gli estranei sono tipiche”, prevedendo tra i difetti la “mancanza di attenzione e di diffidenza verso gli estranei” e tra i difetti gravi “cane pauroso, marcata abulia, mancanza di mordacità”.
La prima considerazione da fare pertanto è che raramente uno Standard indica con tanta precisione dette peculiarità caratteriali e, anche solo da questo, si desume che le citate caratteristiche debbano essere considerate particolarmente caratterizzanti la razza. Quello che voglio meglio spiegare è che, anche dalla semplice lettura dello standard, si intuisce che sicuramente coloro che hanno selezionato il Caucaso hanno curato e perseguito sia la naturale (ed equilibrata) aggressività sia l’istintiva diffidenza verso gli estranei, caratteristiche basilari per svolgere in modo serio quei compiti che, perdonatemi, altre razze forse “troppo civilizzate” non sempre sanno più svolgere. Circostanza questa che, tra l’altro, ha anche una spiegazione molto logica: mentre nel “mondo occidentale” il complesso delle situazioni sociali ed un’ apparente e relativa tranquillità portano a mitigare l’aggressività dei cani da guardia, in altre zone del mondo (le zone di origine del Pastore del Caucaso sono sicuramente tra queste) le situazioni socio-economico-culturali favoriscono ed anzi stimolano la selezione di cani di grande aggressività e tempra.
Mentre noi infatti parliamo di Europa Unita e più in generale di fratellanza fra popoli, in quelle zone, purtroppo, si vivono situazioni di tutt’altra specie: in particolare nelle regioni caucasiche imperversano disordini interni di ogni genere e guerre etniche. Con il crollo dell’ Unione Sovietica (anno 1991) sono riemerse antiche faide che nascono dalla difficoltà di far convivere in uno stesso territorio etnie molto diverse tra loro. Va ricordato infatti che in questi territori, nel corso dei millenni, si sono stanziate tante diverse popolazioni con differenti usi e costumi. Scenari insomma in cui la stessa vita di una persona o la custodia dei suoi beni possono dipendere anche dal coraggio del proprio cane. In questi contesti sicuramente la selezione avviene con criteri assai distanti dai nostri e che guardano principalmente all’utilizzo del cane rispetto all’aspetto estetico. Il Pastore del Caucaso è stato selezionato anche e soprattutto da millenni di vita sui pascoli di montagna a difesa delle greggi, dell’uomo e delle proprietà in genere. Queste attività hanno sicuramente prodotto delle qualità ataviche mantenutesi fino ad oggi anche grazie al relativo isolamento di cui questa razza ha potuto godere rispetto alle logiche commerciali di altre parti del mondo. Non dimentichiamo poi il fatto che poche altre razze al mondo hanno potuto beneficiare della rigorosa selezione militare sovietica che, rispetto al Pastore del Caucaso, aveva l’obiettivo di selezionare la migliore razza di sicurezza al mondo.
Entrando nel merito debbo comunque premettere e precisare che è difficile ed in parte sbagliato generalizzare le peculiarità caratteriali, poiché è ovvio che ogni singolo soggetto ha un suo bagaglio genetico ed inoltre le pressioni ambientali e le esperienze in genere (soprattutto quelle dei primi mesi di vita del cucciolo) incidono molto nel diversificare i comportamenti.

“Kera” una delle fattrici del mio allevamento

In foto il sottoscritto a Mosca (presso il centro espositivo di tutte le Russie, VDNKh) insieme ad Aleksandr Goncharov, figurante russo professionista tra i più bravi, conosciuti ed esperti. Molto competente nei test caratteriali e nel lavoro di Guardia e Difesa Reali.
Parlare dell’intelligenza di un animale in genere e di un cane in particolare è questione spinosa. Bisogna infatti partire dalla regola fondamentale, come insegnano molti studiosi, di non antropomorfizzare: il cane è diverso dall’uomo. In sostanza non possiamo misurare la sua intelligenza con i parametri umani: non contano per lui la letteratura, la filosofia, la fisica. E’ però uno degli animali che meglio si sono adattati e meglio si adattano ai cambiamenti esterni e per fare questo bisogna saper mettere a frutto le proprie esperienze, capire e risolvere autonomamente. Un animale che non sappia farlo in natura verrebbe eliminato dalla selezione naturale. Ma poco, troppo poco, sappiamo ancora sulla psiche dei cani. Qualcosa possiamo comunque tentare di capire per quanto riguarda i suoi impulsi. Nello specifico credo di poter affermare che la caratteristica fondamentale del Pastore del Caucaso sia il grande attaccamento all’uomo. Come accennavo prima infatti l’intelligenza del cane non è quella dell’uomo, essa è basata su altri parametri tra i quali sicuramente quello di essere utile manifestando un attaccamento straordinario ai luoghi in cui vive (nei quali trova le risorse alimentari) ed alle persone che li abitano, percependo ogni più piccolo mutamento ed adattandosi alle situazioni più disparate, difendendo questi spazi da qualsiasi intruso. Mi sia permesso di parlare addirittura di amore nei confronti dell’ umano che con lui divide e condivide tali spazi. Sono consapevole che da un punto di vista scientifico parlare di amore sia considerato non corretto ma credo che renda l’idea del tipo di attaccamento che un cane, e nello specifico un Pastore del Caucaso, provi nei confronti del proprio “compagno umano”. Giova a sostegno di tale affermazione ricordare come anche il più nobile affetto umano non scaturisca dalla ragione e da una morale specificatamente umana, ma da strati molto più profondi e primordiali, puramente emotivi e, quindi, sempre istintuali.
Entrando poi nel merito degli altri impulsi, vanno segnalati nel Caucaso un alto livello di vigilanza, unito ad un medio temperamento. Alta, soprattutto nei soggetti maschi, la tempra (per approfondire le definizioni di queste caratteristiche fare riferimento alla sezione “Il Cane da Guardia e Protezione”). Si uniscono nel Caucaso tipico in modo estremamente sviluppato sia gli impulsi di difesa sia quelli di lotta uniti ad indubbio coraggio che lo porta spesso a mettere in secondo piano la propria incolumità. Va precisato, a tal proposito, che sussistono ovviamente significative differenze tra un soggetto e l’altro. Ci sono infatti Pastori del Caucaso il cui bagaglio genetico privilegia gli impulsi di lotta ed il coraggio a discapito della vigilanza e questo genera attitudini diverse: la vigilanza è infatti inversamente proporzionale al livello di coraggio. La vigilanza è, in linea di massima, una caratteristica che aumenta con l’aumentare della paura. Sottolineo però come questo concetto nel nostro caso sia relativo, poiché bisogna ricordare e partire dal presupposto fondamentale che si sta parlando di una razza che mediamente esprime comunque coraggio, tempra, impulsi di lotta, vigilanza a livelli molto superiori rispetto alla media degli altri cani.

E’ opportuno inoltre precisare che possono esistere nel pastore del Caucaso differenti caratteristiche nel modo di fare la guardia. Alcuni soggetti abbaiano in modo esasperato al primo rumore sospetto ed all’avvicinarsi dell’estraneo alla proprietà loro assegnata fanno capire in modo chiaro le proprie intenzioni minacciose avventandosi contro la rete afferrando la stessa in modo talmente violento che talvolta capita si spezzino anche qualche dente, facendo quindi chiaramente capire la voglia di azzannare; altri Pastori del Caucaso rimangono più composti, apparentemente più tranquilli fissano l’estraneo senza mai perderlo di vista, aspettano che lo stesso sia a portata di denti e solo in quel momento azzannano senza esitazione, tale azione normalmente è preceduta da un ringhio basso, sordo, tremendo, percepibile se il cane è al guinzaglio dalle vibrazioni che trasmette allo stesso tramite il collare di ferro. Entrambi i comportamenti, pur essendo diversi, sono tipici ed efficaci, anzi addirittura complementari. Ottimo sarebbe infatti avere la coppia in cui il soggetto più vigile avverta con molto anticipo dell’arrivo di una visita estranea e l’altro addirittura aspetti silenzioso che l’intruso entri per poterlo attaccare: non ha certo timore il Pastore del Caucaso, che anzi normalmente salta per azzannare anche fino al volto l’ intruso che, se armato, dovrà essere molto abile nell’ utilizzo dell’arma stessa poiché difficilmente il Caucaso si intimorisce e scappa, anzi un colpo d’arma da fuoco, ad esempio, normalmente eccita ancora di più le sue reazioni.
Deve però trattarsi di un Pastore del Caucaso vero: le reazioni, soprattutto in presenza di recinzioni, devono essere autentiche non inutili sceneggiate dettate da paura e volontà di evitare lo scontro, un occhio attento ed esperto individuerà quelle sfumature nel comportamento del soggetto che qualificano la determinazione dello stesso e la qualità caratteriale.
Konrad Lorenz, Premio Nobel per la medicina e la fisiologia, Fondatore della moderna Etologia Scientifica, ci ha infatti insegnato che “il reticolato divisorio ha l’effetto di aumentare la distanza tra l’uomo e l’animale di parecchi metri; lì dietro il cane si sente al sicuro e il suo coraggio aumenta in proporzione. L’aprirsi del cancello agisce su di lui come se l’avversario si fosse avvicinato appunto di quei parecchi metri”.
Conseguentemente, pur ribadendo essere tipici entrambi i comportamenti, bisogna avere appunto la competenza e l’esperienza per attribuire il giusto valore alle reazioni del cane nelle diverse situazioni (con e senza reticolato divisorio).
Continuando nella disamina delle caratteristiche caratteriali va evidenziata una grande inclinazione alla diffidenza nei confronti degli estranei che si tramuta facilmente in atteggiamento ostile ed alta mordacità. Come già detto precedentemente, addirittura l’assenza di tali caratteristiche è un difetto grave secondo il vecchio standard ufficiale di razza. La diffidenza che è connessa ad alti livelli di vigilanza, ed in particolare il considerare l’uomo estraneo un nemico, è la caratteristica fondamentale per un buon cane da guardia, forse la più importante di tutte. In assenza infatti tutto il resto serve davvero a poco come approfondito nella sezione “Il Cane da Guardia e Protezione”.
La selezione del Pastore del Caucaso, come recita lo Standard, ha curato per molti anni l’aggressività e la diffidenza verso gli estranei prevedendo tra i difetti proprio la mancanza di diffidenza verso gli estranei” e tra i difetti gravi la mancanza di mordacità. Il Pastore del Caucaso pertanto considera naturalmente l’uomo estraneo un nemico dimostrando alta diffidenza e spesso alta mordacità.

Un buon Pastore del Caucaso non dovrebbe consentire venga invasa da un estraneo la distanza “intima” del cane, infatti “solo chi è autorizzato, perché confidente, può addentrarsi in questo spazio… E’ permessa ai membri della stessa famiglia o a tutti coloro che godono della massima fiducia e, anche qui, nel caso invece venga violata, prende il nome di autodifesa” (Ivan Farinazzo “l’aggressività demone o angelo”, addestratore e figurante Enci, esperto di Pastore del Caucaso, ha collaborato con AIPR, autore di diversi libri ha ideato un metodo di addestramento suo basato sulla prossemica e sul rinforzo positivo tramite il condizionamento operante ed il clicker).
Va altresì segnalata nel Caucaso, al contempo, una sufficiente docilità. Non appaia una contraddizione con quanto detto finora. La docilità, nel contesto cinofilo, sta infatti a significare, come ampiamente spiegato nella sezione “Il Cane da Guardia e Protezione”, la capacità del cane di accettare l’autorità dell’uomo. E’ l’esatto contrario della ribellione. E’ quell’impulso eterofilo che dispone il cane all’obbedienza. E’ chiaro però che il proprietario di un Pastore del Caucaso dovrà “meritare” il rispetto e l’obbedienza del proprio cane con atteggiamenti e comportamenti equilibrati e coerenti. Atteggiamenti sbagliati possono infatti rovinare il carattere di un Caucaso. Un padrone inesperto, nervoso, poco attento alle azioni e reazioni del suo Caucaso non otterrà mai nulla di buono dal suo cane che, se gestito male, potrà anzi diventare addirittura insicuro e pauroso o sconsideratamente aggressivo. La colpa però non è del cane ma dell’uomo che ha chiesto a se stesso più di quanto poteva avere. Se non si è un minimo esperti o non si vogliono mettere in discussione le proprie convinzioni quando inadeguate ad una razza come questa è meglio privilegiare altre razze meno impegnative ed evitare il Pastore del Caucaso. Bisogna conoscere quali sono le azioni e gli errori da non commettere MAI con un Caucaso. Credo sia chiaro, a questo punto, che parliamo in sostanza di un cane di grande equilibrio anche perché selezionato con saggezza. Non è infatti facile nel lavoro di selezione mantenere fede alle caratteristiche caratteriali sopra evidenziate al fine di ottenere quel magnifico risultato rappresentato da un tipico Pastore del Caucaso. Il giusto dosaggio degli impulsi sopra evidenziati genera infatti un cane equilibrato. Il giusto dosaggio però è difficile da ottenere e conservare nel patrimonio genetico. Predominando infatti, rispetto alla norma di altri cani in genere, determinati impulsi (di lotta, di difesa, mordacità, tempra, temperamento) dovranno essere presenti in misura significativa impulsi complementari che compensino e rendano reversibili gli impulsi di offesa (docilità, senso del dovere, l’attaccamento e la fiducia nell’uomo che ho impropriamente definito “amore per l’uomo” ma che credo sia l’unico modo per definire in modo compiuto, sia pure non scientifico, il sentimento che unisce il Caucaso ai propri compagni umani). Quando si parla di equilibrio ci si dovrebbe riferire a quanto sopra ed è sempre molto difficile distinguere la mancanza di equilibrio, che in tal senso deriva pertanto dal bagaglio genetico del cane (e quindi essenzialmente dall’opera di selezione), con il nervosismo patologico, generato appunto da patologie fisiche o psichiche o errori gravi dell’uomo.
Ma la cosa ancora più affascinante delle caratteristiche caratteriali del nostro cane è la capacità di discernimento, cioè la capacità di compiere azioni autonome, giuste al momento giusto, risolvendo il problema che gli si pone davanti e traendone esperienza per evitare di ripetere eventuali errori. Questa è la caratteristica tipica dei “cani custodi”. Cani lasciati spesso soli, senza la presenza dell’uomo, a guardia dei beni da custodire (tipico l’esempio delle greggi). Sono cani che inevitabilmente devono decidere da soli l’azione giusta da fare e in certi contesti gli errori si pagano cari, a costo della vita stessa.
Questa tipologia di cani per tenere lontano l’intruso adottano delle vere e proprie strategie inventando di volta in volta azioni nuove ed imprevedibili. Questo istinto deriva dalla lotta millenaria contro il lupo, animale scaltro e intelligente contro il quale a poco o nulla serve la forza se non accompagnata appunto da una strategia dissuasiva. Questo patrimonio genetico rende il Cane da Pastore Custode il miglior Cane da Guardia che si possa desiderare poiché non si limita a fare la guardia ma ragiona costantemente sul modo migliore per fare la guardia. Difficilmente dormirà di notte (tutt’ al più in dormiveglia) piuttosto pattuglierà lo spazio assegnato, se lasciato libero difficilmente dormirà sempre nello stesso posto, sarebbe troppo “esposto” e preferirà cambiare continuamente punto di osservazione.
Millenni di selezione hanno generato nel patrimonio genetico di detti cani la capacità di usare il proprio cervello esaltandone la fierezza e l’indipendenza dall’uomo in presenza però nel contempo di grande senso del dovere ed attaccamento all’uomo. Tutto questo è straordinario e credo abbiamo il dovere di mantenerlo con una corretta opera di selezione che guardi con grande attenzione alle caratteristiche caratteriali oltre che a quelle morfo-funzionali ed alla bellezza fisica.
Questo è l’ obiettivo che cerco di perseguire nella selezione della razza e per il quale mi impegno da tanti anni. Mi piace pensare e ricordare che il motivo per cui l’uomo da migliaia di anni individua nel cane un affidabile amico ed alleato risiede nelle straordinarie doti caratteriali che lo stesso possiede. Scrisse Piero Scanziani, autore di molte opere importanti: “Se il cane non fosse esistito, l’uomo sarebbe ancora oggi un cacciatore semi affamato e seminudo. Fu il cane a far uscire l’uomo da uno stato di selvatichezza. Fu il cane a far diventare l’uomo un pastore. Con un paio di cani l’uomo governa un gregge di cento pecore, da solo non riuscirebbe a governarne solo tre. Essere pastore significa avere il cibo assicurato, significa poter oziare, poter quindi pensare in tutta pace, creare le scienze, le arti, le leggi”.
Anche se i tempi attuali non aiutano a considerare il cane per quello che è, non dovremmo certamente sottovalutare e dimenticare queste parole rischiando di svilire il ruolo del cane a semplice animale da compagnia.

“Amito” vigila sulla mia casa

Cucciolone di 7 mesi, “Yoghi della Leggenda del Castello di Monte Acuto”
Ruolo per altro di tutto rispetto ma che si addice a talune razze selezionate per tale scopo e che, nella classificazione F.C.I., sono quelle del gruppo 9, per intenderci: Bichons, Maltese, Bolognese, Coton de Tulear, il noto Barbone, Lhasa Apso, Shih Tzu, Chihuahua, Pechinese ed altri. Purtroppo invece anche molte razze destinate a ben altro hanno perso in molte linee le loro peculiari caratteristiche, diventando caratterialmente simili alle razze sopra elencate.
Il sottoscritto seleziona ancora per scelta e profonda convinzione ispirandosi quindi fedelmente, per quanto riguarda l’aspetto caratteriale, ai dettami del vecchio standard e tra tutte le razze che conosco e che ho allevato il Pastore del Caucaso è certamente quella che maggiormente è rimasta fedele alle caratteristiche ed ai compiti per cui è stata selezionata e che più si avvicina ai miei sogni di cinofilo e soddisfa le mie esigenze. Il Pastore del Caucaso è un fedele compagno di vita, un amico fidato capace di gesti estremi nei nostri confronti se ce ne fosse bisogno e non merita di essere ridotto ad un grande mansueto peluche che non è mai stato e non vuole certo diventare.
Per cercare di allevare nel modo più “naturale” possibile rispettando la natura e le esigenze del cane evito di utilizzare i tradizionali e molto usati box per cani, così razionali ma anche così tristi. Gabbiette di 12 metri quadrati (quando va bene) in cui un Caucaso di 70 Kg dovrebbe praticamente passare tutta la vita. Vivo in campagna con oltre un ettaro di terra a disposizione ed ho predisposto dei recinti grandi (circa 400 metri quadrati ognuno) dove far vivere coppie di Pastore del Caucaso, integrandoli con il “contesto”, facendo in modo che possano vedere quello che accade nella proprietà del proprio “branco umano” e curando ognuno, insieme a mia moglie ed ai miei figli, come fosse il “cane di famiglia”, evitando pertanto il più possibile di relegarli in un angolo. Limito anche il numero dei soggetti in allevamento che sono comunque il frutto di linee selezionate in anni di lavoro. Possedere un numero maggiore di cani non consentirebbe infatti di seguirli con la necessaria attenzione e cura.
Non mi rimane altro che invitarvi a farmi visita per chiacchierare un po’ di cani ed in particolare del Pastore del Caucaso. Se poi vorrete un cucciolo molto probabilmente dovrete avere la pazienza di prenotarlo (ma può capitare anche che ne abbia disponibili) poiché, in relazione a quanto sopra esposto, le cucciolate sono poche volendo privilegiare la qualità. Faccio cucciolate per selezionare ed avere il piacere di vedere il risultato degli accoppiamenti che curo e valuto con molta attenzione, cercando così di migliorare (o anche solo mantenere) l’eccellenza di questa razza. Per poter continuare ho ovviamente bisogno di dare i cuccioli a qualche altro appassionato e non è pertanto elemento determinante il prezzo quanto piuttosto la condivisione dei principi esposti. Il cane posso darvelo ma toccherà a Voi conquistare la sua amicizia e la sua incondizionata devozione.