
Un pastore tra fascino e mistero
Luoghi di leggenda
Credo sia importante inquadrare geograficamente e storicamente il Cane da Pastore del Caucaso. Inizio con il ricordare che molti esperti concordano nel ritenere che i territori asiatici siano i luoghi che vedono nascere i primi cani da pastore custodi del gregge come ho già scritto nella sezione “Il Cane da Guardia e Protezione”. Nello specifico delle zone del Caucaso il ritrovamento di reperti fossili testimonia il fatto che l’uomo esercitava la pastorizia già almeno da 8000 anni. Le ondate migratorie dalle steppe dell’Asia centrale portano nel corso dei secoli in Europa nuove culture e spesso, al seguito, troviamo i cani da pastore tra cui il Pastore del Caucaso che è una delle razze o, per meglio dire, gruppo di tipi da pastore più tipici, apprezzati e di maggiore diffusione nei luoghi di origine della razza che vanno dai territori a sud della catena del Caucaso fino alle regioni delle steppe della Russia del Sud: Georgia, Caucaso settentrionale, regione storica della Circassia, Azerbaidjan, Armenia, Astrakan, Daghestan, Kalmoukie, Kabardino-Balkaria, Ossezia, Turchia, Cecenia, Inguscezia, territori settentrionali dell’Iran.
Le montagne di solito segnano i confini il Caucaso invece li confonde. Luoghi che si trovano ad occidente del Mar Caspio, il più grande lago interno al mondo, vasto, profondo ed enigmatico che da sempre ha catturato l’immaginazione degli uomini ed è stato luogo di nascita di leggende, miti e numerosi misteri per migliaia di anni. A levante di questo spettacoloso e straordinario lago troviamo l’altra razza cugina del Pastore del Caucaso: il Pastore dell’Asia Centrale. Il progenitore dell’attuale Pastore del Caucaso era presente al seguito delle truppe delle tribù barbare così come a fianco degli Unni. Molto usato anche a difesa delle merci dai mercanti i quali, talvolta, li perdevano nel corso del proprio cammino favorendo quindi accoppiamenti con linee di sangue molto distanti tra loro. Troviamo raffigurato un cane molto simile al Pastore del Caucaso in alcuni stemmi nobiliari dei Georgiani ed è stato usato molto anche dai Cosacchi come Cane da Guerra. La razza si è inizialmente selezionata da sola per il semplice fatto che nelle zone di origine sostanzialmente riuscivano a sopravvivere cani con le caratteristiche del “nostro” e difficilmente altre tipologie di cani avrebbero resistito a quelle condizioni di vita. Il cane aveva un ruolo molto importante ed era tenuto in grande considerazione dall’ uomo.
I pastori lo tenevano per la guardia al bestiame, i guerrieri lo usavano come cane da guerra, le Famiglie per proteggersi e proteggere le proprie cose e in tutte queste situazioni il cane viveva in simbiosi con l’uomo, a stretto contatto con esso.
Si registra successivamente un cambiamento nel rapporto uomo – cane anche a causa dell’avvento e della diffusione di alcune religioni tra cui il Cristianesimo e la religione Islamica.
Per il Cristianesimo infatti l’ uomo si distingue dall’animale per l’ anima, si inizia quindi a vedere il cane in modo diverso rispetto al passato: l’ uomo ha dei diritti a differenza del cane proprio perché non ha l’ anima che è propria solo dell’uomo.
I cani nell’Islam, così come nel nell’ebraismo rabbinico, sono addirittura considerati ritualmente impuri.
Questo cambiamento nel rapporto uomo-cane avviene meno in quelle zone nelle quali le religioni hanno viceversa grande considerazione degli animali.
Ritornando comunque ai luoghi di origine del “nostro” cane mi piace ribadire come siano da sempre zone ricche di fascino e mistero: racconti e leggende che si perdono nella notte dei tempi. Ed in effetti la storia del Pastore del Caucaso sembra perdersi nella leggenda, pochi altri cani possono infatti rivendicare un legame con il mitico Molosso del Tibet, descritto nei diari del viaggiatore Marco Polo con caratteristiche che ricordano molto quelle del Pastore del Caucaso.
La prima citazione di un grosso molossoide usato dall’armata dello Zar dell’Armenia Tigran II risale al primo secolo a.C.
Il primo Standard di razza del 1930 documenta l’utilizzo di questi cani nella guerra russo-turca: “portarono grande beneficio all’esercito turco durante le incursioni del 1769-1774, dove questi ultimi furono usati con successo per custodire carri, campi e luoghi di riposo per i combattenti.”
Lo Zar Nicola II possedeva dei cani la cui descrizione coincide con le sembianze del Pastore del Caucaso: si narra che fossero talmente potenti ed aggressivi che, quando eccitati, erano necessari tre uomini per tenerli.
Chissà, forse, anche se, ripeto, siamo molto nel campo della supposizione.
Più concreti invece gli studi del 1913 del Dr. Conrad Keller il quale formulò una propria teoria, nel suo scritto “Studio sui cani del Caucaso”, secondo la quale il Pastore del Caucaso discenderebbe direttamente dal lupo Europeo e sarebbe stato addomesticato nelle steppe del Basso Volga. Teoria questa che si basa sulla comparazione tra le misure del cranio di alcuni pastori del Caucaso e di alcuni lupi Europei (varietà russa) rilevando fortissime somiglianze tali da rendere effettivamente possibile ipotizzare quantomeno una forte immissione di sangue di lupo (pratica che era tra l’altro comune nel Cane Pastore Custode del gregge volta proprio ad aumentarne la capacità di fronteggiare il lupo stesso ed i predatori in genere).
Il lavoro di selezione “ufficiale” da parte dell’uomo sulla razza iniziò nell’ USSR nel 1920.
Nel 1930 viene preparato un primo standard sommario del Pastore del Caucaso e si annota nel 1933 un’ esposizione in Germania (Norimberga) con una trentina di soggetti tipici ed omogeni. A seguito della seconda guerra mondiale si registra praticamente una sorta di sterminio dei Pastori del Caucaso, lo scrivo ricordando ovviamente con il massimo rispetto la sorte di milioni di uomini morti per lo stesso motivo. Vennero quindi identificati alcuni gruppi di cani e si ricominciò a recuperare la razza partendo, per quanto riguarda la selezione russa, da un cane “Karabash” e cani dell’Azerbaidjan e qualche esemplare delle forze militari. Da questi pochi cani è sostanzialmente ripartita la selezione russa della razza. Karabash era anche avanti con gli anni essendo nato prima della guerra, precisamente nel 1938. Il Centro di Allevamento Nazionale Stella Rossa ha iniziato a selezionare la razza con grande sforzo anche economico da parte dello Stato.
L’ aspetto dell’orso (bruno), presente naturalmente nella razza, è stato molto ricercato nella selezione Russa anche per il fatto che la Russia ha per simbologia l’orso, un animale misterioso ma allo stesso tempo potente.

“Bandit”

“Atlant”
Pastore del Caucaso
nato il 1 Gennaio 1979
Centro di Allevamento Nazionale
Stella Rossa

“Topush”, figlio di “Teba” morta durante un attacco di lupi, famoso Pastore del Caucaso georgiano del 1931.
In questa foto è insieme al suo proprietario “Ibraghim”, un pastore.
Questo leggendario cane si narra abbia ucciso diversi lupi.
È stato insignito del titolo di Eroe del Lavoro Socialista.
Il processo di selezione aveva come obiettivo quello di creare la migliore razza di sicurezza al mondo e vennero curate qualità irrinunciabili come potenza fisica, fiducia in se stessi, mancanza di paura, udito finissimo, buona vista, e un fitto mantello impermeabile. Tutte queste qualità, così come la resistenza, permettono di usare il Pastore del Caucaso in tutte le condizioni climatiche, comprese le più inclementi.
I sovietici cercarono di uniformare il più possibile le caratteristiche delle diverse tipologie di cani del Caucaso avviando un processo di standardizzazione ispirato appunto al cane georgiano: il georgian nagazi (nagazi significa “razza pura” al contrario di “nashkia” che vuol dire incrocio). Effettivamente fra i vari tipi di Pastore del Caucaso il tipo georgiano è forse il più omogeneo, bisogna inoltre considerare che Stalin era appunto georgiano e soprattutto in quegli anni questo fatto aveva un suo peso.
Si stima che le scuole (tra le quali il DOSAAF associazione cinofila volontaria di supporto alle forze armate) e gli allevamenti sovietici addestrassero almeno 1000 cani all’anno utilizzati poi per scopi militari: essenzialmente guardia e scorta dei prigionieri. Diversi cani utilizzati per servizi di sorveglianza al Muro di Berlino erano Pastori del Caucaso così come sembrerebbe siano stati utilizzati anche nei Gulag e sicuramente molti cani per i servizi di sorveglianza nelle prigioni in genere così come nelle fabbriche e nelle postazioni militari. Nondimeno i Pastori del Caucaso vennero affidati anche alle Famiglie. Addirittura quando una Famiglia possedeva un Caucaso puro lo Stato assegnava un’abitazione con più metri quadrati. Taluni esperti cinofili peraltro affermano che il vero miglioramento della razza si è avuto proprio quando il Caucaso è stato affidato alle Famiglie.
Il primo riconoscimento ufficiale della razza è avvenuto nel 1952 da parte del Comitato Centrale di Allevamento durante un Congresso Cinologico in Mosca.
Il Pastore del Caucaso si è successivamente diffuso in molte parti dell’est Europa e nei territori dell’ex U.R.S.S. In particolare in Ungheria, Cecoslovacchia e Polonia (molte selezioni di questi Paesi partono da soggetti della Deutsche Demokratische Republik, la ex Germania dell’est).
Si registra un ulteriore Standard russo nel 1954 (a cui seguirà uno successivo del 1997 utilizzato sempre solo in Russia).
Pur essendo quindi razza molto antica e con una grande storia il riconoscimento ufficiale della Fédération Cynologique Internationale arriva però solo nel 1985 con la redazione dello standard ufficiale soggetto poi a ulteriore revisione che porta all’attuale (vedi sezione dedicata di questo sito).
I primi Pastori del Caucaso in Italia fanno la loro comparsa intorno alla metà degli anni 80, il primo soggetto presentato in esposizione risale al 1986 all’ Internazionale di Bellagio Riuslan v.d. Alten nato da Orlig v. Hamstereck e da Blanda v. Waldber di proprietà dell’austriaco Helmut Dolfuss.
Per quanto mi riguarda ho acquistato i miei primi soggetti all’ inizio degli anni 90 sia in Italia sia nei paesi d’ origine.
Molti gli allevamenti ed i privati che hanno contribuito alla formazione della stessa, oltre al già citato Allevamento della “Stella Rossa”.
Mosca, Perm, San Pietroburgo, Ekaterinburg, Novosibirsk, Tambov, Orenburg, Ufa, Ivanovo i luoghi della madrepatria nei quali si è maggiormente allevata e sviluppata la razza moderna.
Liman (nato nell’allevamento IKK di Ivanovo), Osman 2 (di proprietà del noto Centro di Allevamento Nazionale Stella Rossa) Farhan-Loma, Kuchum di proprietà dello zoo di Mosca, Ermash, Daryal (Volkov) figlio di Anchar (Fedorov) x Vesta (Velikoivanenko) che aveva in genetica Uran II (e Uran I), fino al recente Varlak di Vladimir Karpushin, cane notevole dei primi anni 2000 con un carattere estremamente duro e aggressivo., figlio del famoso Campione Basmach e della straordinaria femmina Bell derivante da inbreeding su Zhan Krist e soggetti della selezione di Perm e Orenburg (a Mosca); Tagor (Pohilchenko), Taifun (Vohr), Barri, Ars, Kord, Palta, Nika, Eron, Chana, Teris (a Perm, città importante per la storia della razza, soprattutto per il “tipo della testa di Perm”); Shilam, Cerkes, (a Novosibirsk); Tsezar (Shapkin), Puma (a Tambov); Faraon (figlio del nativo Dato), Tagor, Frant SNZS con il figlio Tsikvi e la figlia Tshnetti dai quali derivarono quasi tutti i migliori cani di Ekaterinenburg, Askar (Tsado) carattere molto aggressivo e forte nato nel 1979 a San Pietroburgo ma ceduto al sig. Cado in Ucraina incidendo sulla selezione di questo Paese e, attraverso il figlio Cherkes, sulla selezione siberiana (a San Pietroburgo); Zhan Krist (Gubanova) nato da Dzhulay e Zhanna avente in genetica anche i vecchi cani di Pearm, Viusheih, noto soggetto del 1990, figlio di Zhan Krist e nonno di Varlak, cani che hanno scritto un pezzo importante di storia della razza.
I soggetti di Ekaterinburg, quarta città russa per numero di abitanti situata ad est degli Urali e capoluogo dell’ Oblast’ di Sverdlovsk, sono noti per la loro qualità; nacque dall’ unione di tutti gli allevatori di questa città uno dei più conosciuti allevamenti russi: Samotsvety Urala. Tra i soggetti più rappresentativi di Ekaterinenburg vanno ricordati: Tagor, Aitesh dell’Azienda di Stato AZLK e Arch, figlio di Tera (sorella di Tagor), Martan figlio dei sopracitati Aitesh AZLK e Tshnetti, Kunak di Marina Baskova, soggetto di metà anni ’90, una delle più belle teste di Pastore del Caucaso di tutti i tempi e Samotsvety Urala Iris (Ekaterinburg). Soggetti locali rinsanguati appunto con vecchio sangue dei Cani di San Pietroburgo e della selezione Stolitsy Sibiri.
Quest’ultima selezione, la Stolitsy Sibiri, merita una citazione: Boksar nato nel 1986 (figlio di Mansur – Biluha) è il soggetto più noto di detta linea, successivamente arricchita da Gvidon iz Svetlogo Doma e Ramzes Akmenu Gele. Si registra poi anche l’apporto significativo di sangue Tskaro (di San Pietroburgo) che ingrandisce taglia e struttura ossea. La selezione Tskaro, in questa splendida e storica città russa, si basa sui vecchi cani locali con l’apporto del noto Hard, figlio di Darbi Rada a sua volta figlia di Risk (Yagodkina), altro soggetto noto nato nel 1988 (Solomatin l’allevatore) che deriva da parte materna dagli allevamenti AZLK (ricordiamo il già citato Aitesh sempre di questo allevamento) e Uhtomskogo, da parte paterna è nipote di Atlant, padre del sopracitato Osman II e conta tra gli avi i sopracitati Liman (IKK) e Uran II. Nelle linee Tskaro, che genera soggetti con ossatura importante e tipo pesante, viene immesso come già detto anche sangue Stolitsy Sibiri.
A Novosibirsk, città capoluogo del distretto federale siberiano, dobbiamo citare anche la linea Svetly Dom che parte da soggetti Ucraini e più in generale delle diverse zone del Caucaso con l’aggiunta di sangue di Tagor e Kunak. Sono cani con ottime teste, pelo non lunghissimo e dal carattere solido.
Risk, insieme ad Atar (figlio del sopracitato Kuchum), sono invece i cardini della selezione dell’ allevamento Russkii Risk (che nasce negli anni ’80). Risk è nonno materno del noto Hard (prop. Vasily Markov – Tasina). Tra i soggetti noti, anche per le ottime doti caratteriali, sono da ricordare Demon (padre di Bagrat) e As (discendente del sopracitato Aitesh AZLK e di Osman II). La linea Russkii Risk è stata poi arricchita anche da sangue Russkiy Medved.
Da ricordare anche la selezione ucraina con Daur Don che parte da sangue Otchy Dom e l’allevamento Charan Gordolan di Vladimir Fedorenko che ha particolarmente curato la selezione funzionale; tra i soggetti noti è da citare Varlay, straordinario soprattutto dal punto di vista caratteriale, dei primi anni ’90 e di proprietà del noto Vysotsky Valery Borisovich.
Questi solo alcuni dei nomi dei cani più famosi che hanno contribuito in maniera importante alla selezione della razza.
Non bisogna poi tralasciare l’utilizzo di cani di provenienza aborigena che hanno trasmesso caratteristiche importantissime. Un patrimonio genetico prezioso. Noto rappresentante il leggendario soggetto di nome Bandit nato in Ossezia e di proprietà di Yuri Mitsuk e il sopracitato Dato padre di Faraon.

KUCHUM (КУЧУМ). Riproduttore nato nel 1980, di proprietà dello Zoo di Mosca.

Kunak di Marina Baskova soggetto di metà anni ’90.
Una delle più belle teste di Pastore del Caucaso di tutti i tempi.

“Osman 2”
Uno degli allevamenti più noti di aborigeni (il termine “nativo” è forse più preciso) è “Hranitel Gor” e tra i soggetti più interessanti vanno senz’altro citati Hranitel Gor Dato, nato nel 2004 e Hranitel Gor Leshiy (ottimo soggetto anche dal punto di vista delle doti caratteriali).
Le ricerche sulla razza evidenziano alcune differenze tra i diversi ceppi di origine del Cane da Pastore del Caucaso. I vari tipi sono stati spesso classificati anche in base alle regioni geografiche di provenienza: il Georgiano considerati appunto, come già detto, soggetti tra i più forti, belli ed eleganti, il Garban o Garbano o Garbanski, spesso di colore fulvo o rossiccio e considerato tra i più potenti fisicamente oltreché reattivo ed aggressivo, il Kazbek noto per la costruzione armoniosa e per l’ottima qualità del pelo spesso tigrato, il Gerget o Gergetski tipico delle regioni del Daghestan di grande struttura spesso grigio e meno aggressivo e considerato il più adatto al lavoro con gli animali, l’Akhalt tipologia molto pesante a pelo sempre lungo del Daghestan con occhi tendenzialmente chiari, l’Armeno simile al georgiano, di dimensioni inferiori e ossatura più leggera con pelo di grande qualità, l’Azero e infine il tipo della Steppa tipologia che si distingue per l’ elevata agilità in relazione alla grande struttura, arti lunghi, pelo abbastanza corto con vari colori dal rosso al grigio ma in ogni caso con tonalità chiara. Talvolta, questi ultimi, sono stati confusi con il pastore dell’Asia Centrale.
La storia e più in generale queste notizie oltre che affascinanti per chi segue la razza possono anche essere utili agli appassionati per avere quegli strumenti che consentano di conoscere, sapere, capire, controllare e valutare autonomamente la qualità di un soggetto. Qualità per me vuol dire: 1) soggetti in salute, con le corrette 2) doti caratteriali e possibilmente 3) belli in relazione alle caratteristiche della razza.
In questo rigoroso ordine di importanza.
Una delle domanda che spesso si pongono i neofiti e se sia più bello il Pastore del Caucaso a pelo più lungo o corto e l’argomento alimenta, da qualche anno, opinioni diverse e anche qualche ahimè gratuita e inutile polemica.
Partiamo allora da un dato di fatto, il precedente standard in vigore fino al 2011, anche in relazione a quanto sopra esposto sui diversi tipi esistenti, prevedeva 3 tipologie (riporto fedelmente il testo): “PELO: Pelo diritto, ruvido, con sottopelo fitto di colore più chiaro. Sulla testa e sulla parte anteriore degli arti, pelo più corto, ben aderente al corpo. Si distinguono tre gruppi secondo il pelo:
A pelo lungo: pelo di copertura più lungo. Il pelo forma una criniera sul collo, nella parte posteriore degli arti, frange e calzoni. Il fitto pelo che copre la coda da ogni parte la rende forte e folta.
A pelo corto: coperto da un pelo fitto, relativamente corto, senza criniera, senza frange, senza calzoni e senza pennacchio sulla coda.
Cani di tipo intermedio: pelo lungo ma senza criniera ne frange ne calzoni ne pennacchio”.
È incontrovertibile pertanto che, fin dall’origine, nella razza fossero presenti il pelo corto così come quello lungo. È altrettanto evidente come la lunghezza del pelo non fosse così rilevante, non qualificasse la tipicità o meno del soggetto. Altri aspetti semmai erano rilevanti, era infatti da considerarsi un grave difetto la presenza di pelo molle, ondulato e senza sottopelo.
La tipicità di un soggetto non era pertanto, e non dovrebbe essere, qualificata dalla lunghezza del pelo.
La questione, come spesso accade, è più “politica” che “tecnica”. Nello scrivere infatti l’attuale standard è stato fissato un limite di 5 cm di lunghezza e, senza entrare nel merito della correttezza o meno di questa scelta, è evidente che la stessa abbia creato frizioni e malumori tra allevatori. Chi aveva Pastori del Caucaso a pelo più corto si è ovviamente sentito “discriminato” ed è iniziata questa noiosa polemica inevitabilmente approdata anche qui in Italia.
La tipicità di un pastore del Caucaso va giudicata guardando a tutte le caratteristiche morfologiche e caratteriali. Diviene allora estremamente facile rendersi conto del fatto che diversi Pastori del Caucaso sia a pelo lungo sia a pelo corto abbiano dei difetti o addirittura non rispettino le caratteristiche dettate dallo standard.
Vi sono sospetti di ibridazione (e questo capita in molte razze) sia nei soggetti a pelo lungo sia nei soggetti a pelo corto. Non è quindi il caso di esprimere giudizi basandosi solo sulla lunghezza del pelo.
Ciò che conta è la buona e seria selezione che dovrebbe tendere ad ottenere, come già scritto appunto, soggetti in salute, con le corrette doti caratteriali e possibilmente belli (ribadisco e sottolineo che l’ordine dei tre elementi non è casuale). La lunghezza del pelo è solo una componente. L’appartenenza ad una “classificazione” è irrilevante (aborigeno, stella rossa, ecc.) se non legata ad un progetto, ad un obiettivo. Chi allevava aborigeni in Georgia li giudicava e selezionava in base all’obiettivo (custodia pecore e guardia in generale), gli allevamenti militari sovietici ovviamente non avevano come obiettivo custodire le pecore, ed è pertanto evidente che abbiano selezionato in base ad altri principi, chi vuole vincere un’ esposizione di bellezza è comprensibile che dovrà selezionare dando un ruolo rilevante alla perfezione morfologica sia pure, si spera, senza trascurare gli altri due aspetti.
Obiettivi diversi possono portare a differenti selezioni sempre però nel rispetto del tipo, dell’armonia complessiva e delle doti caratteriali tipiche del Pastore del Caucaso.
Contrasti ideologici di questo tipo non portano alcun vantaggio né ai cani né all’uomo. Conoscere, sapere, capire e valutare autonomamente dopo aver acquisito gli strumenti per farlo credo sia la strada migliore.
In Russia, in Georgia, in Italia in tutto il mondo contano solo la serietà e la correttezza di chi seleziona, non gli slogan.
Sono convinto che la qualità dei Cani sia data soprattutto dalla competenza, dalla serietà e dall’onestà dell’allevatore non dalla sola appartenenza dei propri soggetti ad una “classificazione” (aborigeno, nativo, georgiano, selezione sovietica, selezione Red Star, selezione da show, garbano, daghestano, ecc.).
Queste solo alcune notizie sulle sue origini, ne esistono ovviamente tante altre, ma, in fondo ci interessano relativamente. Impossibile infatti stabilire, con assoluta precisione, le origini. Come è stato è stato: il risultato è quello che conta. E mi sento di concludere affermando che il risultato, guardando oggi un esemplare di Pastore del Caucaso, è straordinario.